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Descrizione

I mulini della frazione Uterio sono resi funzionanti da un'antica derivazione di acqua dal Sesia. In passato venivano utilizzati per macinare grano, segale, orzo: cereali coltivati disboscando la montagna fino ad alte quote (intorno ai 1800 metri).
Questi due mulini sono a rentaggio: la ruota è posta in orizzontale e le pale, che sono scavate nel legno a forma di mezza scodella, permettono al mulino di mettersi in moto anche con una minima portata d'acqua. Sugli architravi in pietra si leggono le date 1552 e 1694.
L'acqua era canalizzata in condutture in legno o pietra entro edifici in muri a secco dove era realizzato tutto il complesso per la molitura.
Qui un imbuto a forma di piramide (chastu) conteneva i chicchi che una tramoggia (schittilja) convogliava nella macina.
Questa si componeva di due parti: la macina superiore (milistai) aveva un elemento monolito centrale mosso da un perno ligneo a forma quadrata; i settori periferici erano a essa uniti tramite un cerchione di ferro (questi elementi generavano l'attrito e potevano essere rimossi per essere ripuliti o sostituiti).

La macina inferiore era monolitica e nell'incavo centrale poggiava l'albero ruotante della macina superiore. Le due macine erano conformate in maniera tale da lasciare scorrere i chicchi verso la parte periferica dove aweniva la macinazione per attrito. La finezza della farina era regolabile, alzando o abbassando la macina su-periore con un sistema di leve e tiranti. La farina era raccolta in un contenitore (meluchastu).
Da un documento, redatto nel 1892 da Viotti Cristoforo (per lavori di riparazione della roggia dei mulini di n° giorni lavorativi 6 Lire 200 per giorno), risulta che i proprietari dei 2 mulini siano il consorzio focolare di Uterio e S. Nicolao.
Negli anni ‘50 e ‘60 questi 2 mulini sono stati abbandonati con conseguente decadimento strutturale, così pure la presa della roggia sul Sesia è stata erosa da svariate alluvioni duranti tutti questi anni ed è caduta in disuso.
Nel 2001 con il contributo della Regione Piemonte tramite la Comunità Montana con un intervento radicale sui due tetti, il rifacimento delle 2 ruote a pale, la condotta della "brevera" ( abbeveratoio delle mucche), la presa sul fiume Sesia e la roggia che porta alla "brevera", i due mulini sono stati restaurati e resi funzionanti, in modo da mostrare la tecnologia usata per macinare i cereali.
Nel 2005 è stato realizzato l’impianto elettrico.

Quasi tutte le frazioni avevano un mulino.
Le frazioni di Alagna erano legate tra loro da una mulattiera e da una roggia che seguiva a fianco la vecchia mulattiera.
C'erano 27 mulini di tipo previtruviano in tutta Alagna: 14 erano in paese, 2 a Uterio, 1 al Ronco, 2 a Casa Prati, 4 alle Piane e 4 a Otro.
La roggia faceva muovere le ruote delle macine dei vari mulini.
Alcune ruote erano orizzontali, altre verticali.
Tra una macina e l'altra ci dovevano essere almeno 60 metri di distanza, così la corrente dell'acqua della roggia poteva riprendere forza e velocità.
L'edificio dei mulini era aveva sempre un solo piano terreno con i muri di pietra ed il tetto ricoperto di beole.

Foto

I Mulini



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